giovedì 4 aprile 2013

Il buffet


Uno dei martirii della vita sociale moderna é il buffet. E´nato con buone intenzioni, come risposta alla necessitá di alimentare nella maniera piú pratica il maggior numero di persone col massimo dell´eleganza possibile. Senza che la festa sembri una rissa in refettorio.E´difficile servire 300 o 400 persone al tavolo  allo stesso tempo, alla francese, senza avere quasi tanti camerieri quanti invitati. La soluzione, visto che il cibo non puó andare dalle persone, é che le persone vadano dal cibo. Un altro vantaggio del buffet é che, con tutti i piatti concentrati sopra un unica e ben ornata tavola, dá la corretta impressione di abbondanza. Che poi, alla fine, é quello che ci porta ad andare alle feste. Tutti i buffet sono una allegoria all´opulenza. Ci sono cascate di gamberoni, maialini squartati e rimontati sopra piedistalli di patate arrosto, everesti di maionese, continenti di affettati e formaggi. Una volta, giuro, ho visto un fagiano impagliato al centro della tavola, nella posizione di chi si prepara a volare via da questo insensato mondo. L´unica cosa che lo teneva a terra era la propria carne, a fette, ai suoi piedi. Davanti ad un buffet dovreste dibattervi tra due sentimenti: la volontá di mangiare tutto e il rimorso per deturparne l´architettura. Dopo, é chiaro, aver ringraziato la provvidenza per appartenere al 40% di persone che mangiano e alla modesta minoranza di quelli invitati ad un buffet. Perché il buffet é anche l´apoteosi dello sbafo.
I critici piú moderati del buffet lo paragonano ad una linea di montaggio, ma commettono un´igiustizia. La linea di montaggio é piú organizzata. Attorno alla tavola di un buffet l´essere umano regredisce al suo prototipo piú primitivo: la bestia davanti all´alimento. La patina di civiltá si rompe, come l´esterno caramellato del prosciutto cotto, ed é ogniuno per sé e per il proprio stomaco. Ho visto vecchi amici duellare a spintoni davanti al roastbeef, e marito e moglie arrivare agli schiaffi nella disputa all´ultimo gamberone. 
Perché la veritá é che il buffet non funziona. Presuppone un distacco in relazione al cibo che nessuno ha. Nonostante alcuni fingano di avercelo.
-Aspetto che i selvaggi si servano e poi vado lá- dice lui sorridendo con disprezzo per l´orda attorno alla tavola.
-Se fossi in te, non aspetterei. La torta di pesce é giá a metá- avvisa qualcuno.
-Diamine- dice lui, e si tuffa nell´orda, usando i gomiti per prire il cammino.
Ma il buffet é irreversibile e la storia é imparare a conviverci. Esistono alcune regole di condotta che ci aiutano ad uscire da un buffet, anche dal piú disputato, ragionevolmente ben alimentati e senza danni, a parte alcuni starppi ai vestiti. Ho imparato con l´esperienza e ho le cicatrici delle forchettate sulle mani per provarlo. Prendete nota.
Prima di tutto, non ubbidite ad ordini. E´tipico che l´anfitrione suggerisca, di buon uomore, qualche specie di gerarchia nell´accesso al buffet. Prima i tavoli su questo o quell´altro lato, prima i piú anziani, le autoritá, i mutilati di guerra etc. Ignoratelo. Siate i primi a lanciarvi all´assalto, anche contro gli ordini. Il massimo che vi puó succedere é qualche occhiataccia. Cosa importa, di fornte ad una cascata di gamberoni ancora intatta e all´opportunitá di scegliere le migliori tartine? Mai sminuire i vantaggi dell´ arrivare per primi.
Studiate il terreno - La programmazione é importantissima. Nell´entrare ad una festa, esaminate con cura il buffet. Resistete alla tentazione di mettervi le punte di parmiggiano in tasca. Questa é appena una ricognizione.Memorizzate la localizzazione dei piatti piú importanti.Generalemente, ci sono 17 tipi di insalate diverse. Concentratevi su una sola per non perdere tempo dopo. Fate una nota mentale dei migliori accessi al culatello. Ricordatevi che due o tre fette di bresaola valgono un vassoio intero di salame in qualunque mercato di valori del mondo. Decidetevi per una strategia di attacco. Se necessario, studiate un´azione diversiva. Al momento di avanzare, dirigetevi con risolutezza verso le olive giganti e, all´ultimo momento, deviate rapidamente verso il culatello, confondendo il nemico.
Trucchi - Col tempo, li svilupperete da soli. Ogniuno ha il suo stile. Intanto, alcune raccomandazioni. Se possibile, servitevi con due piatti, col pretesto che state servendo la vostra mogliettina o il vostro maritino. Se siete veramente con vostra moglie o vostro marito, meglio. Lei o lui puó far e lo stesso e dire che vi stá facendo il piatto. Il lavoro di equipe é produttivo a patto che si combini in anticipo come saranno divise le ostriche. Attenzione: giammai usiate il cucchiaino vicino alla coppetta del caviale se avete un cucchiaio da brodo a portata di mano.
Siate impietosi - Va bhé, nessuno vuole essere immorale, ma stiamo parlando di cibo! Se la persona davanti a voi non si muove e vi impedisce il vostro accesso ai crostacei gratinati, che spariscono in fretta, usate il manico della forchetta discretamente tra l´ultima e la penultima costola. Se non funzione, usate la punta. Spargete la voce che il maialino da latte al centro é di plastica ed é lí solo come guarnizione. Fingete che andate a verificare e palpeggiate tutto il maialino con le mani. Dite cose come: "Nessuno si muova, mi sa che é caduta una mosta nel vitel-toné." Prendete tutto il piatto, facendo credere che lo state per buttare dalla finestra. Starnutite, distrattamente, sui porcini alla griglia.
Usate le minacce - Generalmente, c´e´ un cameriere che serve il piatto caldo. Probabilmente una pasta e poi una grigliatina mista. E´comune che il cameriere ti carichi di pasta per risparmiare la grigliata. Nel presentargli il tuo piatto, affrontatelo e ditegli, con lo sguardo: "Conosco la tua specie, canaglia. Se lesini sulla grigliata, ti infilo la testa nei sottaceti finché muori". Congedatevi lasciando a intendere che tornerete presto. Nel caso che voi e un altro invitato infilziate l´ultimo pezzo di salmone allo stesso tempo, sorridete mentre gli applicate un calcio di punta negli stinchi. E´incredibile cosa si ottiene con un sorriso.
Ci siete riusciti e state giá assaporando il piatto caldo mentre altri, meno motivati e meno imprenditori, non sono nemmeno arrivati vicino ai pomodorini. Non smobilizzatevi, nel frattempo. Ricordatevi che manca ancora la battaglia dei dolci.

-Liberamente tradotto da me, dal libro "A mesa voadora" di Verissimo.
 

martedì 4 settembre 2012

Scala



















Ecco la scala che mi ha portato via varie settimane ma mi ha fatto guadagnare 15 metri quadri di soppalco ormai inutilizzato da un anno!
Alé!

P.S.1 Quei due tronchi messi lí in mezzo alla sala per sorreggere i due pianerottoli sono di un albero chiamato Quina.
P.S.2 Mancano alcuni ritocchi (che difficilmante faró) come stuccare, levigae, verniciare e mettere il corrimano di legno, ma diciamo che il piú é fatto.
Com´era quella frase famosa: nella vita devi fare un figlio, scrivere un blog e piantare un albero in salotto.

giovedì 5 luglio 2012

corollario

Si dice che uno calmo quando perde la calma diventa pericolosissimo.
Quindi uno scemo quando ha un momento di luciditá diventa geniale?

lunedì 25 giugno 2012

Una nazione di sordi



Viene chiamato carro de som -letteralmente macchina di suono- ed é una delle grandi piaghe del nordest, terribile almeno tanto quanto la criminalitá, l´analfabetismo e il calcio. 
Il tipo ti si piazza davanti al bar, apre il baule e spara -ad un volume inumano- musica da ritardati: pagode (quello nordestino, mica quello sambato del sud), axé, brega e arrocha (l´altro giorno ne ho sentita una nuova, era un pagode -che é na roba ripetitivo/percussiva/volgarissima che faceva cosí: schiaccia la lattina col culo tum!tu-tu-tum! schiaccia la lattina col culo tum!tu-tu-tum!; e quella dopo apriva con un figliodiputtana tum! tu-tu-tum! ho detto figliodiputtana tum! tu-tu-tum! e cosí via...).
Poi, il tipo, comincia a bere birra coi suoi amici. Tutto il pomeriggio. Migliaia di mp3. Centinaia di birre.
I woofer suonano cosí forte che le birre si sgasano per le vibrazioni.
Io di solito vado lá e gli chiedo se per favore puoi abbassare che io vivo lí, guarda, proprio lí in quella casa arancione. Devo ripetere 3 volte, le prime 2 perché devo mettere le mani a megafono e urlargli nell´orecchio, e la terza é perché -ha sentito- ma proprio non capisce come mai qualcuno puo desiderare non-sentire quella meraviglia.
Il tipo abbassa. Di solito. Poi dopo pochi minuti. Alza di nuovo. Di solito.
Va bhé.
Poi, senza preavviso, si rompono le palle. Senza chiudere il baule partono alla volta di un altro bar. La musica é cosí alta che non si sente il rumore del motore. Sembrano auto a propulsione sonora.

P.S. L´inquinamento sonoro -ho letto da qualche parte- provoca ogni anno -non so quanti- morti per infarto. Oltre a decine di migliaia di sordi.

domenica 24 giugno 2012

Feticismo puro



 Speravo che con le crocs -che fra l´altro posseggo e trovo comode- fossimo arrivati al limite del brutto assoluto in termini di calzature: quando le uso mi sento il personaggio di qualche fumetto allucinogeno olandese. E invece, eccole, scarpe con le dita. Giá le calze con le dita mi facevano ribrezzo, ma le scarpe proprio mi gettano nello sconforto piú profondo, soprattutto nell´ipotesi che tra un paio d´anni arriveranno anche qui e mi toccherá comprarle a mio figlio, o peggio usarle in prima persona.
Aspetto con terrore il giorno in cui inventeranno i pantaloni col pisello -o la passera- inguainato anatomicamente, coi fori per respirare, per sentirselo piú libero e valorizzato.

giovedì 21 giugno 2012

Tutti gli animali pericolosi che mi hanno conosciuto .3



Per chiudere la parentesi serpenti, e per dimostrare che qui nel nordest non ci facciamo mancare niente, una volta ho -addirittura!- stuzzicato una cascavel (serpente a sonagli). Sí, l´ho stuzzicata con un tubo di plastica di quasi 3 metri, avevo il dubbio che fosse una radice  in mezzo alla boscaglia e temevo per il mio decespugliatore honda 4 tempi, che -come da manuale- deve evitare robe troppo impattanti come tronchi e pietre. Comunque sulle prime sembrava una cintura el charro senza fibbia, o un copertone di bmx. Poi invece si é mossa e se n´é andata lentamente verso il fitto degli arbusti, dimostrando di volersi fare fortemente i cazzi suoi. Probabilmente aveva la panza piena, o forse era il freddo a farla muovere cosí piano. Peró, a detta del popolo, é il serpente piú incazzato della regione. Era corta e cicciotta come un filetto di vitello. Io ho chiamato mia moglie tutto eccitato, e lei mi ha detto sí sí, continua a decespugliare qui davanti a casa cosí i bambini possono giocare tranquilli e noi facciamo l´orto. In quel momento ho capito perché la gente di qua preferisce darci fuoco al proprio terreno.

Senza peli sulla...

Clinica del pelo (Lisbona- Marzo 2012)

martedì 19 giugno 2012

Bue in fibra (di vetro)


Bue in fibra 88148081



Se vi serve un negozio specializzato in buoi fatti di fibra di vetro potete mandarmi una mail, o chiamare direttamente il numero.

Cartelli stradali .8


Vari modelli di tumuli, foto in ceramica e targhette 9963-0490-88088 (su un pietrone vicino a Vitoria da Conquista)

sabato 16 giugno 2012

DeteStati Uniti d´America






Cosí, un giorno mi viene voglia di farmi un hamburger. Compro pane, carne tritata e patatine congelate. Salo e pepo la carne, friggo le patatine e mentre le asciugo dall´olio, piastro la carne. Totale 20 minuti. Senza le patatine avrei impiegato comunque un 10 minuti. Tempo di divoramento (divorazione?) 4 minuti.
Mentre finisco la birra giá sdraiato sul divano penso che tutta stá storia dell´hamburger come cibo-spazzatura é sbagliata. Mi sa che c´é un bel pó di antiamericanismo dentro. 
Io ho usato un panino fatto dal fornaio qui di fianco, la carne é di una fattoria qui vicino e insalata e pomodori sono addirittura biologici. E poi il tempo di preparazione é simile a quello di un piatto di spaghetti alla carbonara. È addirittura meno fast-food della pizza se si considera che il tempo di montaggio e cottura -in pizzeria- é di circa 3-4 minuti. E poi anche come calorie mi sa che siamo a livello di una 4 stagioni.
Il vero problema é che me lo sono mangiato troppo in fretta. Errore di interpretazione. Pensavo di trovarmi di fronte ad un semplice panino, quando invece dovevo affrontarlo come un  piatto unico: svizzera, pane e insalata. E masticare bene.

P.S. Le bandierine servono a creare l´atmosfera.

Quel che é giusto...

Mi ricordo di quando ero piccolo e si studiava la scoperta delle americhe, sapete, colombo e compagnia bella, e si parlava degli indios americani che furono decimati dagli spagnoli e dai portoghesi. E tra le tante colpe che si attribuiscono agli iberici conquistatori c´ é quella di aver introdotto nuove malattie infettive, che poi sono quelle ad aver veramente fregato gli indigeni. Ora, con tutta la buona volontá e senza nulla togliere alle "colpe storiche" dei conquistadores, mica l´hanno fatto apposta. Voglio dire che se vespucci aveva il raffreddore o il morbillo non é direttamente colpevole per la sorte del villaggio in cui ha starnutito appena sbarcato, oltre al fatto che -immagino- anche un bel pó di portognoli (portoghesi+spagnoli) saranno morti di malattie tropicali a cui non erano abituati. È come dire che dato che il tabacco é arrivato dall´america centrale -usato per riti e robe cosí- allora i fumatori morti di cancro sono da mettere sul conto degli indios.

mercoledì 13 giugno 2012

Invidia Telescopis

 "Gli americani quando costruirono il grande telescopio di Monte Palomar diventarono poi, per molto tempo, i dominatori dell’astronomia [...] ma possedere un telescopio di 40 metri di diametro e costituito di elementi separati uniti assieme potrà, grazie al suo corredo tecnologico, sfidare in alcuni casi anche gli sguardi cosmici... entra dunque nel vivo della competizione con il corrente americano in corso di costruzione, il Tmt (Thirty Meter Telescope). Il progetto Usa [..] ha però un diametro inferiore che però gli astronomi americani non ritengono sia un handicap per raggiungere i risultati immaginati."
 L´articolo contiene anche altri numeri ma sostanzialmente avrebbero potuto scrivere Presto ce l´avremo piú grosso degli americani (lo vedranno anche i marziani!)

lunedì 11 giugno 2012

Tay Story


Tay é la nostra nuova aiutante in pizzeria. A dire il vero Tay é la versione rimpicciolita di un´aiutante ma visto che la nostra é la versione rimpicciolita di una pizzeria, direi che é perfetta. Anche se non é per una questione di dimensioni che Tay é perfetta -non arriva neanche a prendere i bicchieri sulla mensola dei bicchieri- e nemmeno per il fatto di avere i capelli sempre ordinatissimi e portare soffici maglioncini bianchi che la fanno sembrare un pelouche, no, Tay é perfetta per la semplice ragione che va bene sia  a me che a mia moglie. Ah, dimenticavo che Tai a prima vista ha i lineamenti orientaleggianti che poi invece, a guardarla bene e pensarci su, scopri che sono i tipici lineamenti indios -quando si appoggia al muro sembra un bassorilievo maya- peró io all´inizio avevo il dubbio che fosse mezza giapponese, dato che qui é pieno di patatari giapponesi che piantano le patate, le annaffiano e quando sono pronte le mettono sui camion che vanno dove non ci sono le patate ma ci sono i soldi che i giapponesi usano per fare la vita da giapponesi in Brasile, ma non avevo il coraggio di chiedere a Tay oh, ma tu sei mezza giapponese? anche perché poteva prenderla come una battuta sulla sua altezza, cosí le ho detto puoi preparare gli imballaggi ottavati di cartone perfavore?
Alla sera, in un momento di calma, prima cioé dell´arrivo del gregge evangelico di ritorno dalla chiesa con l´anima colma e lo stomaco vuoto, ci ha confessato che molta gente le chiede oh, ma tu sei mezza giapponese? e lei risponde con un sorriso innocente non lo so dondolando la testa. E la gente deve pensare che é un pó ritardata come non lo sai? tuo padre o tu a madre...uno dei due é giapponese? e lei col tono di chi-non-vuole-farti-sentire-in-colpa io non ho mai visto i miei genitori biologici, sono stata adottata, e i miei genitori adotivi sono negri, e anche le mie sorelle e fratelli sono proprio negri, io sono la pecora bianca della famiglia, tanto che mio padre doveva sempre girare coi miei documenti alla mano anche quando facevamo piccoli spostamenti in autobus. A questo punto non ho avuto piú paura e le ho chiesto dettagli sull´adozione e lei ha continuato mia madre biologica, incinta di me di nove mesi, viveva per strada, dormiva in una piazza. Una sera mia madre adottiva passando le disse che con quella pancia non poteva dormire fuori, che era freddo, che era pericoloso, e mia madre biologica rispose che non aveva altro posto, allora vieni da me finché non trovi qualcosa, fa freddo, é pericoloso ripeté mia madre adottiva. Cosí andarono a casa e a cena mia madre biologica disse che il bambino che aspettava lo avrebbe dato via, che lei non poteva tenerselo, e allora mio padre adottivo diede un pugno sul tavolo e disse se é maschio me lo tengo io visto che ho giá due femmine. Il giorno dopo mia madre entró in travaglio e l´altra mia madre fece il parto. Mia madre mi ha fatto nascere. Sono nata in casa e ci sono rimasta anche se non ero maschio. Ho sempre saputo che sono adottata e quando le mie sorelle o i miei fratelli -dopo di me sono nati due maschi per ricompensare mio padre- per farmi dispetto dicevano ma tu non sei nata dalla pancia della mamma, io rispondevo che a me era toccata una sorte migliore, io sono nata dal cuore.  
Un giorno di questi scrivo questa storia ma oggi no che devo abbassare la mensola dei bicchieri.